a cura di ROBERTA SEMERARO

Venezia 2012    5 - 29 aprile

Performance 5 aprile ore 16,00

“TRE ARGOMENTI ARTISTICI”

FRANCKY CRIQUET  in  ARTissima I quadri di Francky  riempiono lo spazio di ARTissima con la loro presenza  forte,  intensa,  d’impatto. Non lasciano mai indifferenti.   Lo si può  molto  amare  o sentirsi  quasi  sopraffatti,  ma si è  sempre  fortemente  coinvolti  nell’accettazione come  nel rifiuto. E’ un artista sanguigno, un alchimista del colore, che sa coniugare armonicamente cromatismi  intensi  e apparentemente antitetici sovrapponendoli magistralmente sulla tela ad esaltare la violenza espressiva dei colori, i rossi sangue, i blu oceano, i  gialli scintillanti,  che ottiene impastando pigmenti puri di polveri calcaree a pulviscoli di cristalli di rocca, come un incantatore nell’atto di preparare una pozione magica, quasi a trasferire nelle sue creature la memoria primordiale della terra. I suoi colori decisi,  quasi improbabili nel pensarli insieme, sono frutto di un’anima sgombra  da condizionamenti   e  da  “conformismi”  non solo cromatici, libera nell’espressione, coraggiosa nel segno, forte nel  sentimento, visionaria nell’ immagine. Di grande forza emozionale, le tele di Criquet sono scenografie tragiche e al contempo evocative, i suoi soggetti sono esseri archetipi legati alla mitologia classica e alla cultura pagana arcaica e simbolica come tori, minotauri, pegasi, centauri,  creature che affiorano dalla terra dell’inconscio ancestrale dell’artista. Il carattere figurale delle sue rappresentazioni è spesso picassiano.  Il coro lirico che si crea nelle sue atmosfere oniriche ricorda qualche volta i paesaggi evanescenti e rarefatti di Chagall. Tracce di Schiele e Bacon si ritrovano nelle rappresentazioni del femminile che identifica spesso nell’aura del mito arcaico, in grandi madri, dee fecondatrici,  primordiali divinità femminili,  cereri genitrici di ogni specie di essere vivente, mediatrici  fra il divino e l’umano,  angeli androgini  incinti,  portatori della vita che rigenera se stessa. Uomini e animali in una perenne trasformazione gli uni negli altri e viceversa.  Non è nel segno di una evoluzione della specie di tipo darwiniano che i suoi personaggi mutano, non vi è passaggio da una specie inferiore ad una superiore, bensì una continua metamorfosi tra le specie e tra i generi.  Frutto di una unica natura che si rappresenta sotto più forme, che può assumere diverse sembianze, ma che non perde se stessa, che non trascende. Quasi che ogni forma rientri nella precedente in quanto  sua parte, ma  già  completamente definita. La sua idea di  metamorfosi  è  forse l’espressione visiva di quel continuo passaggio dal conscio all’inconscio, dalla ragione al sentimento, dall’istintuale al razionale, dall’intuito al pensiero, viaggio perenne che caratterizza la vita dell’uomo. Anche metamorfosi  ovidiana benché non trattata in forma classica, ma in chiave moderna  e con  una freschezza quasi infantile, trasgressiva,  anzi “senza”  regole e quindi più potente. Lo stile è puro, il tratto è sicuro, l’atto pittorico è spesso legato ad una sorta di  ritualità che  si avvale infatti  di una gestualità istintuale quasi a ricordare  quella di  Basquiat. Ha creato immediatamente interesse in molte  persone  , che,  sedotte  dalla sua forza espressiva  e cromatica, dalla potente freschezza delle sue opere, hanno visto in lui una indubbia novità nel campo delle proposte attuali e hanno previsto per l’Artista un grande futuro.

COMUNICATO STAMPA

 Quando l’arte muove gli dei

Opere di Francky Criquet a cura di Roberta Semeraro

5 / 29  aprile - 2012 -  Venezia

Palazzo Zenobio, Fondamenta del Soccorso 2596 - Vernissage ore 17:00

 Per la prima volta nel Salone da Ballo di Palazzo Zenobio, pregevole esempio del tardo barocco a Venezia, il 5 aprile del 2012 dei e semidei scenderanno dall’Empireo richiamati dalla performance “Tre argomenti artistici” dell’artista/shamano Francky Criquet.

La curatrice Roberta Semeraro presentando la mostra in occasione della quale l’artista darà una dimostrazione di pittura live mentre un musicista suonerà e delle ballerine danzeranno, spiega che: “Le percezioni simultanee e gli atti del suonare, del danzare e del dipingere rimangono separati come se fossero sensazioni diverse e prive di rapporto tra loro generando spontaneamente poliritmia. Il paradiso della musica poliritmica è l’Africa. Noi partiamo dall’ascolto, i Negri dal movimento. Il movimento dal punto di vista fisiologico è contrazione del muscolo che esprime uno stato d’animo o una percezione involontaria del corpo. Ne deriva che la musica, la danza e la pittura sono linguaggi del cuore.” Nella scultura di Criquet riaffiora quella stessa influenza del primitivismo che si era diffusa tra gli artisti modernisti del XX secolo. Le belle teste espressioniste di Criquet sia per gli inserti del colore che per i loro tratti somatici, rievocano le tipiche maschere dell’arte africana. Ma a dispetto dell’anatomia, dell’azione specifica, è l’immediato senso plastico che rapisce nella art nègre così come nella scultura di Criquet. Criquet riconduce sempre la visione e la percezione della visione ad uno stato di contemplazione del creato ed è per questo che alla sua arte si può riconoscere un potere taumaturgico. Criquet si può definire così un’artista shamano. La pittura di Criquet con i suoi tocchi rapidi del pennello e i suoi magici colori mette in moto quell’energia cosmica che anima il mondo e che nella mitologia era rappresentata come soffio di vita degli dei. Nei prestigiosi spazi di Cà Zenobio degli Armeni, importante  palazzo Veneziano realizzato da Antonio Gaspari  a cavallo tra il XVII° e il XVIII° secolo,   e splendidamente decorato da tele e affreschi di Louis Dorigny, Gianbattista Tiepolo e Luca Carlevarijs.  

MOSTRA PERSONALE DI

FRANCKY CRIQUET

  L’importante evento verrà inaugurato   giovedì 5 aprile alle ore 16.00   con la performance intitolata “tre argomenti artistici” e terminerà domenica 29 aprile.

La Performance

In occasione dell'inaugurazione della mostra personale di Franky Criquet, la "Sala degli Specchi" di Palazzo Ca' Zenobio farà da cornice ad un evento che porterà alla realizzazione in diretta di un'opera dell'artista. Questi condividerà la scena con un musicista e tre danzatrici che contribuiranno, ognuno con la propria arte, al risultato finale. Le tre arti, pur trovandosi ad occupare lo stesso spazio, si esprimeranno autonomamente, scegliendo di comunicare tra loro attraverso quel linguaggio non verbale che è l'improvvisazione, fatta di ascolto e percezione dell’altro. E' proprio grazie a questa sua caratteristica intrinseca che si viene di volta in volta a creare una sorta di incognita sul percorso e il suo epilogo, arrivando a proporre infinite e sempre nuove strade da esplorare. Danza e pittura inizieranno a fondersi alla musica seguendone le dinamiche. L'immagine che prenderà forma sulla tela risulterà inevitabilmente legata nello spazio attraverso la danza che, a sua volta e per sua natura, non potrà fare a meno di seguire il ritmo della musica. Si verrà così a creare un gioco inarrestabile fatto di individualità e di condivisione, in cui gli elementi stessi, non sempre consapevolmente, si troveranno ora a condurre, ora a seguire, in un continuo scambio di impulsi. Su tutti veglia lo spettatore. E' lui l'unico che, grazie alla sua posizione privilegiata, può godere della visione d'insieme ed avere la percezione di ciò che realmente sta prendendo forma. Ma la sua libertà gli permette anche di poter scegliere di volta in volta, nel corso della performance, da quale delle tre azioni/espressioni lasciarsi coinvolgere. A testimonianza di ciò che è stato, resterà solo la tela e il suo dipinto, custode legittimo di tutte le emozioni fino a quel momento liberate. Veramente da non perdere!

Cà Zenobio degli Armeni, Dorsoduro 2596 - 20100 Venezia Raggiungerci è semplicissimo: da Piazzale Roma direzione Accademia (7 minuti a piedi) arriverete a Cà Zenobio degli Armeni.

Per info: 0039 0(41) 5228770