Leonardo Castellani è nato a Faenza il 19 ottobre 1896 da una famiglia di ebanisti. Suo padre Federico, intagliatore, diresse la “Ebanisteria faentina” e si trasferì nel 1909 a Cesena con la famiglia, chiamato a guidare la sezione ebanisti-intagliatori presso la Scuola Industriale dove Leonardo si diplomerà nel 1913. Subito iscrittosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Castellani frequentò assieme ad Osvaldo Licini la sezione di scultura. Ma la guerra sconvolse tutto quel mondo “fatto con ordine e oculatezza”; infatti nell’ottobre 1915 fu chiamato alle armi dove rimase a prestare servizio fino al marzo 1920, fu poi congedato col grado di sottotenente. Nello stesso anno pubblicò il suo primo libro, “Due Quaderni “, una sorta di diario sul quale riportò incontri, impressioni e pensieri, stampato nella tipografia di suo zio a Forlì. Durante il soggiorno romano frequentò lo studio dello scultore Ettore Ferrari e seguì le esperienze del gruppo futurista di Marinetti, divenendo amico soprattutto di Balla. Tornato a Cesena fondò una fabbrica di ceramica, la “Bottega di ceramica artistica”, che fu chiusa per dissesto finanziario dovuto a due incendi che si susseguirono nel 1923. Correvano gli stessi mesi quando vi allestì una personale di ceramica. In quel periodo di fervore futurista fece molta decorazione pittorica e molta scultura. Da qui derivano due uscite singolari: l’esposizione di un mannello di opere alla III Biennale romana (1925) e, l’anno successivo, alla Biennale Internazionale di Venezia. Gli amici d’arte di Cesena gli organizzarono inoltre una personale (16 pitture e altrettanti disegni) nel 1927, quando decise di trasferirsi a Venezia. Qui iniziò la frequentazione di Cardarelli, Ezra Pound e Virgilio Guidi. Nel 1928 gli venne nuovamente richiesto di insegnare decorazione e ceramica presso l’Istituto d’arte di Fano, e da allora ha sempre svolto il suo lavoro di docente. Ma a Fano ha iniziato, da autodidatta, a studiare incisione e ad incidere. Nel 1930 fu chiamato a Urbino a ricoprire la cattedra di Calcografia presso la Scuola del Libro, tenuta per 38 anni. E a Urbino, diviso tra l’insegnamento, l’incisione e la pittura, ha realizzato la quasi totalità della sua produzione artistica, che comprende oltre millecinquecento lastre. Quando Castellani comincia a incidere (è una vedutina ispirata a Rembrandt), già nel chiaroscuro denso dell’albero si sente il gusto del Novecento neoclassico, che dichiara di ispirarsi agli antichi. Gli esempi della grafica in Italia sono d’altro stile: Morandi, Carrà, Bartolini e Maccari incidono senza programmi “ufficiali”. Il giornale che pubblica disegni, xilografie, puntesecche, acqueforti è il “Selvaggio”. Al di fuori di queste pagine e della grande tradizione rappresentata da Fattori, in Italia non vi è altro di così grande rilievo.

Su questi fondamenti rinasce da noi la pratica incisoria: e Castellani è fra i primi a capire che cosa essa sia, e quanta fatica, dedizione, capacità, rigore e creatività ci voglia per farne un mestiere. Urbino determinerà tutte le scelte e i suoi orientamenti successivi; l’ambiente naturale e culturale, con le vedute intorno alla città ducale, diventerà il motivo guida della sua attività di grafico. Prima “virtuoso” del bulino, poi artista, e infine poeta (secondo la distinzione desanctisiana), Castellani si avventura in imprese varie e diverse, dove emerge non soltanto il suo spirito di iniziativa, ma anche la capacità sottile di editor. La piccola rivista “Valbona”, per ottanta abbonati (che non ebbe mai), resta un esempio insuperato di fede nel fascino della bella stampa. Al termine di questa esperienza, Castellani trova la strada per pubblicare con più facilità: può tirare fuori dai cassetti i suoi quaderni e riunire gli articoli di una ricca collaborazione giornalistica e letteraria maturata nel tempo (“Roma futurista”, “L’assalto”, “L’Italiano” di Longanesi, “II Popolo”, “La Fiera letteraria”, “Il Mondo” di Pannunzio, “La Voce Repubblicana”, “La Nazione”, “II Resto del Carlino”, “II Caffè” di G. B. Vicari, e tante altre testate).

Incomincia a illustrare con acqueforti i propri libri: stamperà Pagine senza cornice (1946), Cronachette d'amore in versi (1968), Giornale lunghe in Sardegna (1969), 13 Canzonette (1971), Invito in Sicilia (1973), Donne donne così sia (1979).

Leonardo Castellani ha partecipato dal 1926 al 1956 sia a molte Biennali veneziane sia a tutte le Mostre all'estero organizzate dal Sindacato del Bianco e Nero di Roma ed a quelle promosse dalla Calcografia Nazionale di Roma. Due le antologiche: a Urbino nel 1976, e a Faenza due anni dopo. A Urbino è aperto al pubblico il Museo Castellani, che riunisce 150 incisioni donate dalla moglie Edvige e dai figli, Paolo Silvestro e Claudio. Opere di Leonardo Castellani sono presenti in numerosi Musei (Helsinki, Londra, Milano, Padova, Roma, Verona) e Biblioteche (Ascoli Piceno, Cesena, Faenza, New York, Parigi, Piove di Sacco, Reggio Emi¬lia, Urbania), nonché presso importanti Fondazioni (Cini, Vene¬zia; Matalon, Milano; Tito Balestra, Longiano; Mastroianni, Arpino).

Bibliografia essenziale:

1974 Neri Pozza, a cura di, Leonardo Castellani, Opera Grafica (1928-1973), Vicenza, Neri Pozza Editore, luglio. 1986 Neri Pozza, a cura di, Leonardo Castellani, Am¬pliamenti all'Opera Grafica (1973-1984), Vicenza, Neri Pozza Editore, settembre. 1990 Leonardo Castellani, Mostra a Klagenfurt (Austria) 1990-1991, stampato per conto dell'Amministrazione pro¬vinciale di Pesaro e Urbino, per il Comune di Klagenfurt, Pesaro, Edizioni della Pergola, novembre. 1994 - Floriano De Santi e Gualtiero De Santi, a cura di, L'opera artistica e letteraria di Leonardo Castellani. L'il¬limite lirico, Teramo, Edigrafital, febbraio. 1997 - Floriano De Santi, Leonardo Castellani. Il Pae¬saggio dell'anima; Dipinti, sculture, ceramiche, disegni, acquerelli, incisioni, libri d'arte, dal 1914 al 1984, Galleria d'arte moderna e contemporanea della Repubblica di San Marino, Centro Internazionale "Umberto Mastroianni" del Castello Ladislao di Arpino, Brescia, Tipolitografia Queriniana, aprile.

2000 Claudio Castellani, Giampaolo Dal Pra, Giuseppe Lotto, Umberto Marinello, a cura di, Leonardo Castella¬ni, Incisioni, testi critici di Umberto Marinello e Giorgio Segato, Piove di Sacco, Centro Piovese d'Arte e Cultura, Gruppo Artisti della Saccisica, ottobre.

Il Catalogo Generale della sua Opera grafica è stato edito da Neri Pozza (1974 e 1986).

Leonardo Castellani è stato attivo fino agli ultimi giorni di vita. E’ morto a Urbino il 20 novembre 1984.

ANTOLOGIA CRITICA

... i luoghi preferiti sono su per giù i soliti, o se non tali, luoghi che ho seguito in varie stagioni. Qualche volta suggestioni improvvise. Per le nature morte, gli oggetti che amo sono quelli che mi stanno più vicini, o che vorrei avere ogni giorno sotto prova...

…. Disegnare il soggetto, determinarlo, mi è d'aiuto l'eliminazione dei particolari. Sotto il lavoro della punta fine appaiono trasparenze di luce e di estensione, dentro un'architettura palese e ferma. Ma quello che più vado a chiarire, al tempo delle morsure, è il lavoro riflessivo, che si basa sugli appunti nelle veline.

Leonardo Castellani, 1973

...E già questo bisogno di rifarsi, per imparare un procedimento tecnico, alle origini del mestiere, potrebbe testimoniare della coscienziosa consapevolezza della sua vocazione... Come poi [ ...] egli sia pervenuto attraverso le esercitazioni accurate del mestiere al superamento del mestiere stesso; come da un più scoperto gioco chiaroscurale sia passato a complesse ricerche di colore e di atmosfere, la sequenza delle sue stampe sta ad attestare.

Francesco Carnevali, 1948

...innamorato del suo caro paese marchigiano, con i suoi boschi, i suoi colli aerei, i suoi paeselli attorniati di selvatici e di piagge solitarie, i suoi fiumi ombreggiati da pioppi e salici, ne fissa con tratti sapienti e magia di bianchi e neri tutta la soleggiata armonia e l'umbratile mestizia.

Ardengo Soffici, 1950

C'è nel suo modo di vedere e di mettersi di fronte al paesaggio molto più che un fatto occasionale; è qualcosa di necessario e fondamentale, qualcosa che è la ragione stessa della creazione che non può essere rimandata. La immedesimazione non ha misura; egli si sprofonda ed entra in un mondo arboreo fatto di luce e di aria con una convinzione quasi ingenua...

Valerio Volpini, 1951

Tra i due modi più tipici dell'arte grafica, il lineare e il pittorico, Castellani tende ora più deliberatamente verso il secondo. Le linee appuntite e la rigidezza dei sono gli elementi-base. [...] Nelle sue stampe la luce non scorre uguale sulle balze, sulle pietre, sugli alberi, non fa una cortina luminosa o uno schermo trasparente sull'apparenza della natura, ma determina tanti spazi luminosi, tante zone d'ombra in una disposizione imprevedibile...

Michelangelo Masciotta, 1954

... Il suo problema - quello cui tutto subordina è la luce: quella particolare luce di cicala nel silenzio dell'estate, che lo esalta e lo perseguita... [...] Come questa luce sia raggiunta e fissata, per toni diversi e gradazioni, lo si vede d'acchito; e il tratteggio fitto, svirgolato e tremolante; o parallelo, docile a seguire le forme e gli spazi, a dare corpo alle ombre, è un mezzo talmente schietto e naturale...

Neri Pozza, 1962

... Egli prosegue tenacemente nel proprio lavoro di educazione e formazione di nuove e giovani energie incisorie [...] intensificando lo sviluppo delle proprie ricerche volte alla scoperta di nuovi procedimenti, di nuove possibilità di resa cromatica specialmente legate al settore dell'acquaforte, acquatinta, dell'acquaforte allo zucchero, e andate sempre sviluppandosi nell'interpretazione del soleggiato e solitario paesaggio, secondo l'andamento di una grafia frammentizzato nel clima romantico di una costruzione impressionistica ...

Giorgio Trentin, 1965

… la natura che, là dove tu vivi, serba ancora una sua primigenia purezza, è la medesima fonte d'ispirazione sì che il Castellani scrittore fa tutt'uno con il Castellani acquafortista. Alla descrizione, alla parola corrispondono punto per punto il foglio, il segno; è giusto tuttavia che tu tenga soprattutto all'opera incisa, a quei fogli condotti con una grafia precisa, che riflettono una luce intensa, talvolta quasi abbacinante. Il fatto stesso che le tue lastre esigano d'essere tirate senza il benché minimo velo d'inchiostro rivela chiaramente gli effetti a cui tende il segno obliquo, senza incroci, inciso netto.

Lamberto Vitali, 1966

... resta valido il fatto che l'operazione diderotiana di una sostituzione dell'arte alla natura è quella che consente di ammirare dei quadri che davvero lo meritano: quali, appunto, quelli di Castellani... [...] E dopotutto, oggi, è da riconoscere forse più intensità e travaglio (ed anche, in un certo senso, più coraggio) alle espressioni che sembrano più aperte e immediate che a quelle che sembrano più complesse e "difficili". Nelle leggibilissime cose di Castellani c'è infatti più cultura, più ricerca, più sensibilità, più profondità che in certe indecifrabili proposte, più che risultanze, dell'arte d'oggi.

Leonardo Sciascia, 1966

Leonardo Castellani è un artista da Biennale: questo dunque è chiaro. Semmai è artista che deve aspettare, per entrarvi di nuovo come nel passato, che venga proposta una sua retrospettiva: vedi il caso Morandi.

Pietro Zampetti, 1966

... Una rivista come "Valbona" avrebbe dovuto meritargli la nomina di senatore a vita, o uno dei grandi Premi dei Lincei... [...] Ci sono quindi per prima cosa da ammirare le acquaforti e i disegni di Castellani presenti in tutti i numeri, poi le sue prose di viaggi e di memorie, e anche alcuni gruppi di versi. [...] Una lastrina di rame non è né più né meno di un foglio di taccuino a cui si affida la nostra identità con la illusione di venire da qualcuno invocato come complice o indicato come testimone.

Leonardo Sinisgalli, 1969

... È giusto che ci colpisca [...] il segno della poesia leopardiana, visibile in qualcosa, che non è concreto, ma che pure sembra di cogliere così nella dolcezza solitaria del paesaggio come in un temperamento dell'animo della gente. [...] In codesti luoghi, ancora intrisi di quell'aria di civiltà e di grazia antica, Castellani coglie i motivi del suo lavoro, i modelli delle sue sensibili incisioni.

Giuseppe Raimondi, 1970

... molte delle acquaforti del Castellani, per finezza di tratto, squisitezza tecnica, eccezionale suggestione poetica, non cedono di un sol punto a molte acquaforti di Giorgio Morandi.

Marziano Bernardi, 1970

L'incidere e lo scrivere fanno tutt'uno nel suo mondo espressivo. Leggendo una sua pagina o guardando una sua acquaforte, si coglie un'identica operazione creativa, fatta di civiltà e di grazia antica, così remote da noi da sembrarci fuori del tempo. E tuttavia non estranee perché, alla fine, ci costringono ancora ad accorgerci che al di là delle violenze, dei sbrigativi, al di là dei gusti forti cui ci ha abituati la vita attuale, c'è ancora un mondo civile e umano, antico ho detto, per un discorso piano, fatto di ansiosi pensieri ma espresso con immagini chiare e serene.

Marco Valsecchi, 1970

Le tue acqueforti testimoniano della verde bellezza della nostra terra marchigiana: e perciò esse sono di valore superiore a questa mia modesta testimonianza.

Luigi Bartolini

……. l'immagine nella sua struttura grafica, op¬pure immergendola nella ferma quiete dell'atmo¬sfera, perché tutto sia avvolto da una perenne idea di armonia lirica che guidi dall'alto il flusso delle cose, con un effetto ottico singolare, che Cesare Brandi spiega a proposito delle stampe calcografiche di Canaletto: la prospettiva di Canaletto non co¬struisce un'immagine che si allontana, ma un'imma¬gine che si avvicina". Memore della lezione di Rembrandt e di Jacques Callot, del Settecento ve¬neziano e di Cézanne, è la morsura dell'acquaforte che ha insegnato a Castellani il rimordere del fondo sugli oggetti e sulle colline azzurrine del Montefel¬tro e di Urbino. Sicché, come l'acido che morde le parti lasciate scoperte dall'incisione della lastra pare "affondare" l'immagine nel suo primo piano, costi¬tuito dal lavorio del nero di fondo, ottenuto dalla fitta tessitura dei tratteggi obliqui o incrociati, contigui al contorno dell'immagine significante che invece si produce nel suo tremulo atmosferico, così l'organica predisposizione dell'immagine finisce per andare in¬contro al suo lonh avvicinato, alla sua lontananza emergente per sintesi prospetti che rovesciate attra¬verso il segno aggettante e definitorio dalla lonta¬nanza sulla prossimità. Mentre in Morandi gli oggetti sono paradigmi drammatici di una resistenza vitale al tempo che pare spogliarli della loro ricono¬scibilità quotidiana, in Castellani essi costituiscono un "basso continuo", suggerente e suggestivo, del¬l'eternità insopprimibile della memoria, che è luce per opacizzazione delle sue fonti e per fibrillazione molecolare dei vasi, delle conchiglie, dei fiori e delle bottiglie come sostanza interiore della propria tra¬smissività luminosa.

Floriano De Santi, 2010

BIOGRAFIA ESENZIALE

ALBERTO PETRUCCI, Le incisioni di Leonardo Castellani. Catalogo della Mostra (Roma, Calcografia Nazionale), Roma, 1951.

NERI POZZA, Leonardo Castellani. Opera grafica (1928-1975), Vi cenza, Neri Pozza 1974.

MARCO VALSECCHI, Mostra antologica di Leonardo Castellani. Ca talogo, Comune di Urbino 1976. SILVIA SASSI CUPPINI (a cura di), Omaggioa Leonardo Castellani, in "Notizie di Palazzo Albani", XIV:2, Urbino 1985.

FLORIANO DE SANTI, L'illimite lirico di Leonardo Castellani. Opere della donazione, Milano, Fabbri Editori, 1986.

NERI POZZA, Leonardo Castellani. Ampliamento all'opera grafica (1973-1984), Vicenza. Neri Pozza 1986.

FLORIANO E GUALTIERO DE SANTI, L'illimite lirico. L'opera artistica e letteraria di Leonardo Castellani, Teramo, Edigrafital, 1994.

ANNA ROSA GENTILINI, Leonardo Castellani 1896-1984. Mostra antologica (Faenza, Palazzo Podestà). Catalogo, Faenza 1995.

FLORIANO DE SANTI, Il paesaggio dell'anima. Catalogo della Mostra (San Marino, Galleria d'arte moderna e contemporanea), San Marino 1997.

FLORIANO DE SANTI, La Donazione Castellani. Catalogo della Mostra (Arpino, Fondazione Umberto Mastroianni), Arpino 2005.

FLORIANO DE SANTI, Leonardo Castellani e la poesia dell'infinito. Catalogo della Mostra (Milano, Museo Fondazione Matalon), Piove di Sacco, Tiozzo, Art & Print, 2009.

FLORIANO DE SANTI, La Donazione Leonardo Castellani. Catalogo della mostra, Dipinti, Incisioni, Sculture 1919 – 1979 Comune di Fossombrone 2010