ANTONIO FRANCIOSI “...di memorie e di oblio…” Mostra personale curata da Cristina Tomasini

16 FEBBRAIO - 2 MARZO 2013

VERNISSAGE

Sabato 16 Febbraio ore 18.00 Galleria ARTissima di Silvia Prelz, - Via A. Volta 26, Abano Terme PD Sarà presente l’Autore

COMUNICATO STAMPA

Dopo gli scatti di viaggio di Maurizio Longhin, la Galleria ARTissima di Silvia Prelz ad Abano Terme presenta un’altra mostra di fotografia dedicata ad ANTONIO FRANCIOSI, avvocato padovano, classe 1963. La mostra espone una selezione di circa trenta immagini tra gli scatti di Franciosi effettuati negli ultimi cinque anni, successivamente cioè a quel passaggio dalla fotografia analogica a quella digitale suggerito, se non imposto, da quella rivoluzione tecnologica che alla fine degli anni 90 sembrava inarrestabile e che, inizialmente, gli fu così sgradita al punto da indurlo a sospendere ogni attività fotografica. Franciosi infatti, è stato negli anni passati fotografo professionista, principalmente impegnato nella fotografia pubblicitaria ed industriale ma capace, tra i molti impegni, di ricavarsi quel personalissimo spazio rappresentato dalla cosiddetta fotografia d’arte. Due i temi protagonisti della mostra, tra i preferiti dal fotografo: i paesaggi ed i nudi, declinati secondo un suo personale e intimo sentire legato al trascorrere del tempo, che per i paesaggi si trasfonde nel mutare della luce nell’avvicendarsi tra giorno e notte, tra alba e crepuscolo, mentre per i corpi si traduce nel trascorrere dell’età o degli stati d’animo. “Una immagine fortemente evocativa fissa, dunque – come scrive la curatrice Cristina Tomasini nella nota critica alla mostra - non tanto il presente, ma ciò che è e rimarrà memoria e in quanto tale, appunto, ancor più reale. L’ immagine seduce e l’osservatore ne diventa complice perdendosi nei meandri dell’ oblio che altro non è che soffio vitale, il soffio lagunare incostante, lieve, talvolta ardito, mai assente, dove l’ immagine della donna diventa apparizione, visione epifanica, velata di mistero, svelata sotto nuova luce e con un’intensità prima ignota. Paesaggi lagunari e squarci collinari si compenetrano e accolgono la dimensione corporea intimamente compiaciuta della propria essenza; le luci si fondono e gli “effetti notte”, abilmente interpretati, assorbono forme e colori rendendo spettrali i paesaggi”. Contestualmente all’inaugurazione di questa mostra, la Galleria ARTissima, propone agli appassionati così come ai neofiti, un particolare percorso di approfondimento sulla fotografia, che spazierà dalla teoria, alle tecniche di ripresa, alla storia, e sarà articolato in moduli indipendenti, così da offrire a ciascuno la possibilità di partecipare esclusivamente a quelli di proprio interesse. Il primo di questi corsi è dedicato all’esatto controllo dell’esposizione ed alla teoria del Sistema Zonale elaborata dal grande fotografo americano Ansel Adams nella prima metà del secolo scorso e tuttora ampiamente utilizzata anche dopo l’avvento del digitale. Relatore del primo modulo è appunto Antonio Franciosi che intratterrà i partecipanti per quattro serate, per complessive otto ore, secondo il seguente calendario di appuntamenti: lunedì 4 Marzo e mercoledì 6 Marzo 2013, sempre dalle ore 21.00 alle 23.00. La scelta di aprire il ciclo dedicato alla tecnica con questo argomento è stata suggerita anche dal fatto che possedere delle solide basi in tema di esposizione rappresenta un presupposto importante per quanti vorranno seguire il ciclo di stages di ripresa in esterni che si svolgeranno durante i prossimi mesi primaverili ed estivi.

Antonio Franciosi

avvocato padovano, classe 1963, è stato in passato fotografo professionista impegnato nella fotografia pubblicitaria e industriale, ma anche capace di ricavarsi spazi personali per la fotografia d’arte. Il suo percorso fotografico inizia nei primi anni Ottanta con lunghi e approfonditi studi condotti a tutto campo sulla fotografia: dalla storia, alla tecnica di ripresa e di camera oscura, ai meccanismi che svelano le dinamiche personali della percezione dell’immagine. Ha consolidato nel tempo una solida e riconosciuta preparazione che ha voluto divulgare dedicandosi per oltre un decennio all’insegnamento della fotografia a diversi livelli. Attratto dalla fotografia delle origini, ha condotto una sua personale ricerca per far rivivere le tecniche di camera oscura dei primi del Novecento, sfociata nella produzione di una vasta serie di stampa cosiddette “fine art”. Dopo una pausa nella quale si è dedicato esclusivamente alla sua professione di avvocato, e dopo aver riposto ogni attrezzatura nell’armadio per la progressiva riduzione dei materiali chimici disponibili, nel 2005 Franciosi si è riavvicinato a quest’arte, in maniera del tutto casuale con l’acquisto di una piccola macchina digitale e da qui ha iniziato un nuovo ciclo con nuove idee e rinnovato entusiasmo.

NOTE CRITICHE

…di memoria e di oblio. E’ ben noto quanto l’acuto osservatore e fruitore delle opere d’arte ricerchi nell’oggetto d’analisi stilemi e tecniche sublimi che attestino il valore dell’opera in oggetto ed è ancora più noto l’atteggiamento di colui che compiacendosi della propria analisi ne illustri i significati più reconditi a chi si accosti per la prima volta all’opera. Va da sé che la perizia formale di Antonio Franciosi si palesa anche all’inesperto e più distratto osservatore che colto da suggestive impressioni ne rimane affascinato e nel contempo ammaliato. Così, lentamente, affiorano suggestioni e accordi che si risolvono in un’apoteosi naturalistica e in una pagana celebrazione del corpo, il tutto in una sorta di panismo, dove le carni in ozio si adagiano mollemente in un paesaggio che rimanda a sensazioni olfattive, tattili, visive che solo un raffinato esteta può così magistralmente interpretare. È un rincorrersi continuo di sinestesie in un climax di suggestioni portate alle estreme conseguenze. Il fruitore coglie, quindi, il non detto, ciò che rimane sotteso e, inconsapevolmente, si immerge nella coscienza dell’autore. Una sensazione casuale, il paesaggio lagunare, il corpo in ozio suggeriscono all’autore, la constatazione dell’inesorabile trascorrere del tempo e l’amara consapevolezza dell’inesorabile passaggio delle stagioni. L’immagine fortemente evocativa fissa, dunque, non tanto il presente, ma ciò che è e rimarrà memoria e in quanto tale, appunto, ancor più reale. L’ immagine seduce e l’osservatore ne diventa complice perdendosi nei meandri dell’ oblio che altro non è che soffio vitale, il soffio lagunare incostante, lieve, talvolta ardito, mai assente, dove l’ immagine della donna diventa apparizione, visione epifanica, velata di mistero, svelata sotto nuova luce e con un’intensità prima ignota. Paesaggi lagunari e squarci collinari si compenetrano e accolgono la dimensione corporea intimamente compiaciuta della propria essenza; le luci si fondono e gli “effetti notte”, abilmente interpretati, assorbono forme e colori rendendo spettrali i paesaggi. Paesaggio che è supporto materico per il Nostro così come la materia nella sua diversa essenza lo è per lo scultore; il paesaggio non impresso, ma soltanto immaginato dal fruitore, è in realtà presupposto essenziale e slancio creativo per il nostro autore. Ogni elemento del paesaggio diviene correlativo oggettivo del corpo rappresentato, un corpo che rimanda al piacere disinteressato che si ottiene unicamente contemplando la bellezza. Velature di colore, quasi rivisitazione digitale dei viraggi dei primi decenni del ‘900, intervengono a ricoprire le tonalità di grigio ridotte talvolta quasi al tratto, e si pongono come sintesi cromatica delle emozioni coinvolte. Tecniche di ripresa digitale volutamente semplici e realizzate con strumenti di fascia media, quando non bassa, sembrano, in questa racconta di immagini, voler affrancare la fotografia da quella dimensione elettronico-digitale che oggi sembra prevalere sul gesto, sullo sguardo, sull’idea e che spesso, in un mal interpretato concetto di padronanza della nuova tecnica, finisce per ridurre la prima alla seconda. Secondo Franciosi la fotografia continua, oggi come alle sue origini, ad essere frutto di un’intuizione che nasce e si conclude nel breve attimo di un colpo d’occhio e non in ore successivamente trascorse davanti ad un monitor. Partiture musicali che si rispondono, spazi aperti e particulari che giocano rincorrendosi… e lo sguardo va oltre, cerca, si ferma… ecco, un suono, laggiù, in fondo…. il canto di una sirena. Prof.ssa Cristina Tomasini

Per informazioni: Galleria ARTissima di Silvia Prelz, Via A. Volta 26, Abano Terme (PD), tel. 347.6936594. Email: info@artissimacontemporanea.it, www.artissimacontemporanea.it

Per i Colleghi della Stampa: Ufficio Stampa: Cristina Sartori, 348.0051314 – email: cristina.sartori1@gmail.com - Alessandra Canella, 348.3423647 - email: canella@studiopierrepi.it  

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